Prenderà il via il prossimo 13 luglio la rassegna letteraria “Terrazza d’Autore. Voci, racconti, suggestioni al calar del sole”, curata da Ornella Fulco e Stefania La Via, che giunge quest’anno alla sua diciassettesima edizione consecutiva. Il filo conduttore degli appuntamenti sarà il nostos, la nostalgia e il ritorno, come forma estrema di conoscenza e di riconoscenza. Un tema che ha percorso l’intera storia della Letteratura e dell’animo umano e che gli ospiti narratori declineranno ciascuno secondo la propria sensibilità e il proprio specifico campo di competenza.
Il primo incontro, il 13 luglio, è dedicato a Storie di radici e orizzonti, con Gaspare Balsamo, attore e “cuntista” che racconterà, insieme ad Ornella Fulco, la sua ultima opera Sotto il segno del cunto.
«Un filo mai reciso né sotterrato, portatore e testimone del bisogno di sentire storie che riempiano l’intorno di senso e provenienza, come della necessità della magia di qualcuno che le sappia raccontare. Scrivere, riscrivere e dare forma a questo libro è stato come scolpire, lasciando delinearsi pian piano una scultura che, alla fine, è apparsa», spiega Balsamo nella prefazione.
Non solo testi teatrali che affondano le radici in un mondo mitico ed epico ma vere e proprie “sculture di parole” che Balsamo saprà animare dinanzi agli occhi degli spettatori. La sfida fra Odisseo e Polifemo, con gli interventi dello stolto Giufà e del furbo Ferrazzano, le storie dei paladini di Francia, una “Epica fera” che affiora dalle acque sono i protagonisti di queste storie di radici e orizzonti, in cui il tragico e il comico si mescolano in modo inestricabile in un gioco infinito di luci e ombre.
Il 17 luglio Nostos, viaggi di ritorno. Tra sonorità e parole, con gli Alenfado. Voci narranti Stefania La Via e Roberto Crinò.
La magia della musica mediterranea con le sue sonorità si unisce al ritmo della narrazione, in prosa e in versi. Il nòstos, il viaggio di ritorno in patria, implica anche la saudade, la nostalgia, il “desiderio sofferto” di tornare a casa, per ritrovare le proprie cose, le proprie radici ma, soprattutto, se stessi.
Il viaggio, dunque, diventa un continuo muoversi in avanti per il desiderio di tornare indietro, verso la nostra terra, il nostro spazio anche interiore. Indietro verso l’archè, l’origine del tutto.
Appassionati di musica etnica, gli Alenfado si dedicano alle ricerche, musicali e testuali, di brani della tradizione del fado portoghese. Nei loro concerti ci portano nelle magiche e intense atmosfere dei quartieri di Lisbona, con un viaggio musicale che dalle note malinconiche del fado, fra tradizione e contaminazioni, ci guida alla scoperta di sonorità assonanti anche in altre musiche popolari del Mediterraneo.
Il 24 luglio sarà ospite della rassegna lo scrittore Luigi La Rosa con il suo Nel furor delle tempeste, libro in cui racconta il compositore siciliano Vincenzo Bellini e la sua inguaribile nostalgia. Una storia che ci trasporta dalla Catania del XIX secolo alla magia di Parigi, sulle tracce dell’umanità di un genio, delle sue tempeste e delle sue malinconie. Una vita breve e intensissima che emerge dalle pagine del libro in tutta la sua forza. Luigi La Rosa, narratore straordinario, ci guiderà in questo viaggio nell’opera e nell’anima del grande musicista insieme a Stefania La Via con le letture di Ornella Fulco e la partecipazione del soprano Simona Guaiana.
Il 3 agosto, con Di ombre, polveri e assenze, Beatrice Monroy racconta Il posto della cenere.
La scrittrice e narratrice palermitana, guiderà il pubblico in un affascinante viaggio narrativo e iniziatico tra le leggende orali, la religione, la favola, l’alchimia, attraverso una lunga sequela storica di episodi di discriminazione e di esclusione femminile dal sapere. Un inno contro l’interdizione millenaria delle donne dalla conoscenza, un canto di libertà e di consapevolezza che prende le mosse da una leggenda affascinante su un monastero al confine tra Italia e Francia. Le storie germogliano l’una dall’altra nel perenne desiderio nostalgico di ritrovarsi. «Noi siamo natura, siamo nel mezzo, non staccati, noi siamo e torniamo lì». A condurre l’incontro sarà Ornella Fulco.
L’11 agosto Terrazza d’Autore dedica uno dei suoi appuntamenti a Vincenzo Consolo nel decennale dalla scomparsa, Tra nostalgia e furore, il destino di un Ulisse siciliano. A narrarci di lui e della sua opera sarà il professore Nicolò Messina, docente di Italianistica all’Università di Valencia.
Studioso e profondo conoscitore dell’opera di Consolo, Messina ha curato l’edizione di alcuni testi dello scrittore siciliano ed è stato tra i curatori di un Congresso internazionale per farne conoscere l’opera. Il suo studio analitico della genesi del capolavoro Il sorriso di un ignoto marinaio ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti internazionali.
La pubblicazione delle opere di Vincenzo Consolo nei Meridiani ne ha sancito definitivamente la statura di “classico”, di scrittore destinato a restare fra i grandi del secondo Novecento. La sua scrittura nasce da una vocazione implacabile, tutta tesa verso un’idea di Letteratura come linguaggio tanto denso da sfidare la consistenza stessa del reale. In questa prospettiva, Consolo assegna alla Letteratura una missione insieme impossibile e necessaria, non solo estetica ma anche etica e politica. Per tutta la vita egli ha parlato quasi solo della Sicilia. Ma la sua Sicilia, da cui fuggiva e inevitabilmente tornava, irrimediabilmente attratto e respinto dalle sue irrisolvibili contraddizioni, deve essere collocata nel più ampio scenario del Mediterraneo, di uno spazio dove da millenni le civiltà e le culture di tre continenti si sono mescolate, integrate e scontrate. A condurre la conversazione sarà Stefania La Via, le letture saranno affidate alla voce di Giovanni Barbera.
Ultimo appuntamento il 19 agosto: Ornella Fulco, Liborio Palmeri e Vito Corte (architetto) converseranno sul tema Il sacro nell’arte tra assenze e persistenze. La conversazione prenderà le mosse dal saggio Se Dio non vale un quadro, poderoso studio, edito da Gangemi, che monsignor Liborio Palmeri, direttore del Museo DiART San Rocco di Trapani, ha dedicato alla “nostalgia” del legame vivo tra arte e sacralità.
La Chiesa, pur depositaria per secoli dei simboli religiosi dell’Occidente e pur essendo stata una potente fabbrica d’immagini, ha finito col perdere il contatto vivo con gli artisti più innovativi, adagiandosi nella replica stanca e rassicurante dei moduli del passato. In un percorso avvincente, l’autore di questo libro si pone domande, senza dare al lettore risposte preconfezionate ma volendo ritrovare con lui quel filo d’oro che ricolleghi arte e spiritualità, l’Arte e la Chiesa. Se Dio sembra fuggito dal quadro, forse bisogna cercarlo nell’oltre della tela, attraverso un taglio doloroso che faccia superare ogni pregiudizio.
Tutti gli incontri della rassegna, che anche quest’anno viene realizzata con il supporto del Comune di Valderice e ha ottenuto la sponsorizzazione di alcune aziende del territorio, si svolgeranno, con ingresso gratuito, a partire dalle ore 19 – ad eccezione di quello del 17 luglio che sarà alle ore 21 – al Teatro comunale “On. Nino Croce” di Valderice.