Concessi gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico al costruttore trapanese Matteo Bucaria. Si trovava in custodia cautelare in carcere da quasi due anni perchè accusato di essere il mandante del tentato omicidio del cognato, Domenico Cuntuliano risalente al 2013.
Secondo la tesi della Procura, Bucaria avrebbe ingaggiato un impiegato comunale, l’amico di famiglia, Gaspare Gervasi, per eliminare il parente, beneficiario di un risarcimento di danni di circa 500 mila seguito euro a seguito di un incidente, per entrarne in possesso.
Gervasi, dopo averlo attirato con un pretesto nelle campagne trapanesi, sparò due colpi di fucile contro Cuntuliano che sopravvisse. Reo confesso del tentato omicidio, Gervasi fu condannato e finì in carcere. A dare una clamorosa svolta alla vicenda è stata una sua lettera indirizzata al Bucaria, intercettata dagli investigatori, nella quale gli chiedeva di aiutare economicamente la sua famiglia in cambio del suo silenzio.
Il processo all’imprenditore è in corso davanti al Tribunale di Trapani e stamane Bucaria ha potuto assistere all’udienza.