I sindaci delle isole minori siciliane, Favignana – Isole Egadi, Lampedusa e Linosa, Leni, Lipari, Malfa, Pantelleria, Santa Maria Salina e Ustica, si sono riuniti urgentemente oggi in modalità remota per discutere dei problemi riguardanti i forti rincari relativi alle tariffe del trasporto marittimo ministeriale, rincari che hanno creato allarme sociale nelle popolazioni delle isole minori siciliane interessate da questo ulteriore fardello.
I sindaci esprimono solidalmente la preoccupazione che tali aumenti, in concomitanza con la stagione estiva ed i recenti rincari delle materie energetiche, possano condannare i territori ad una ulteriore gravissima difficoltà.
Fanno appello al Ministero, in coordinamento con la Regione Siciliana che, interpellata in qualità di delegata dal Ministero sull’esecuzione del contratto, ha riferito di avere sul proprio tavolo la questione. L’azione condotta dai sindaci pone l’accento su un intervento immediato per scongiurare tali rincari attraverso un provvedimento di urgenza.
Hanno firmato l’appello: Francesco Forgione, sindaco di Favignana – Isole Egadi; Totò Martello, sindaco di Lampedusa e Linosa; Giacomo Montecristo, sindaco di Leni; Marco Giorgianni, sindaco di Lipari; Clara Rametta, sindaco di Malfa; Vincenzo Campo, sindaco di Pantelleria; Domenico Arabia, sindaco di Santa Maria Salina;
Salvatore Militello, sindaco di Ustica.
Al riguardo è intervenuto anche il senatore del Movimento 5 Stelle Vincenzo Maurizio Santangelo. “L’aumento sconsiderato delle tariffe dei trasporti marittimi mette a rischio non solo l’imminente stagione turistica, ma soprattutto la fruizione di un servizio pubblico essenziale per gli abitanti delle isole che si spostano quotidianamente per motivi di studio, lavoro o salute”.
Santangelo annuncia anche di avere presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. “Ho chiesto un intervento urgente del Governo perché l’aumento dei costi dei biglietti degli aliscafi sulle corse ministeriali – pari a circa il 35% per i non residenti e a circa il 50% per i residenti – oltre a non essere proporzionale all’aumento dei costi del carburante non può certamente ricadere per intero sull’utente finale fruitore del servizio pubblico essenziale. Un aggravio economico così considerevole andrebbe a colpire ulteriormente il già fragile tessuto economico delle realtà insulari. Nei prossimi mesi approveremo la riforma costituzionale che riconosce gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità. Mi aspetto che il Governo intervenga per tutelare le comunità isolane affinché questo principio non rimanga lettera morta” ha concluso Santangelo.