Meglio di domenica scorsa, sul piano dell’impegno e della determinazione ma pur sempre di pareggio si è trattato. Intendiamoci, come ho avuto occasione di dire già all’indomani della vittoria di Giarre, il Trapani in prospettiva, con tre gare ancora da recuperare in campionato, avrebbe potuto trovarsi a breve in una posizione di classifica molto interessante: più che al riparo dalla zona play out (adesso siamo a + 10) e soprattutto potenzialmente a soli 4 punti dai play off (adesso siamo a -11), solo che avessimo vinto tutti e tre i recuperi in programma.
Ciò avrebbe migliorato sensibilmente le nostre aspettative in campionato e reso il finale di stagione molto più interessante, rimettendoci per così dire “in gioco”, consentendoci di prendere parte alla lotta per un posto nei playoff della serie D e, dunque, di collocarci nel novero delle squadre più competitive del girone, qualora fossimo riusciti ad arpionarlo.
Peccato che così non sia andata: nel momento in cui serviva la continuità di risultati e prestazioni, la squadra granata è invece venuta meno, facendo seguire alle due vittorie consecutive, ottenute in casa con la Sancataldese ed in trasferta a Giarre, due altrettanto consecutivi pareggi, per di più entrambi al Provinciale, proprio nei due recuperi programmati a fine Marzo, con Real Aversa prima e con Città di Sant’Agata questo pomeriggio.
Ed anche a volere considerare i tre potenziali punti, conseguibili sulla carta nel terzo recupero ancora da disputare in quel di Cava de’ Tirreni, ci collocheremmo, ad oggi, a ben 8 punti dalla zona play off, anziché a soli 4, visto che nelle ultime due gare abbiamo lasciato per strada proprio 4 dei complessivi 6 punti in palio. Le avvisaglie di queste due sostanziali battute d’arresto però c’erano tutte.
Si potevano già intravedere nelle prestazioni delle due ultime vittorie, dove, pur giocando per larghissimi tratti in superiorità numerica, non eravamo riusciti a chiudere la gara, se non nel recupero finale in un caso, mentre nell’altro avevamo subito il momentaneo pari in 11 contro 10, facendoci rinchiudere nella nostra metà campo nell’ultima mezz’ora del primo tempo, senza più uscirne.
Insomma, non delle vere e proprie dimostrazioni di forza sull’avversario, malgrado la superiorità numerica.
E chi pensava che da quelle due vittorie potesse scaturire la svolta, anch’io in realtà ci speravo, pur con i dubbi che vi ho espresso, oggi si è dovuto definitivamente ricredere.
Grazie a quella superiorità numerica in realtà ci era andata bene ma poi, una volta tornati ad affrontare due avversari in costanza di parità numerica, i nostri limiti attuali sono di nuovo affiorati.
E, visto che non c’è verso di superarli, anche a causa dei ricorrenti infortuni fra i titolari, questo non va sottaciuto, mi sa che dovremo rassegnarci ad un anno di transizione, senza infamia e senza lode, in attesa di tempi e prospettive migliori. Tempi che però già adesso sono maturi, se si vuole avviare una seria ed efficace programmazione della prossima stagione.
Bisogna muoversi adesso, per non trovarsi spiazzati in estate. Insomma, La Rosa ha le sue spine e non bisogna pungersi.