“Siamo pronti, per salvare l’onore, la dignità, l’autorità e l’autorevolezza della Polizia Penitenziaria, a programmare uno sciopero della fame ad oltranza perché siamo stanchi di essere vittime di un sistema penitenziario improntato sulla ingovernabilità, la delegittimazione delle regole e la contestuale consegna della governance delle carceri in mano ai detenuti”.
La dura presa di posizione arriva dai segretari regionali dei sindacati di Polizia Penitenziaria Sappe, Osapp, UilPa Polizia Penitenziaria, Fns Cisl Sicilia e Fp Sicilia in una nota diffusa alla stampa a seguito degli ennesimi episodi “fuori dalle regole” avvenuti nelle carceri dell’Isola e del resto d’Italia.
“La politica delle parole e delle passerelle senza nessuna iniziativa verso la Polizia Penitenziaria – proseguono i sindacalisti – ha fatto perdere il controllo dello Stato nelle carceri siciliane. Probabilmente è stato facilissimo fare promesse invece di occuparsi seriamente delle carceri, considerato che, giornalmente, la Polizia Penitenziaria combatte una guerra tra aggressioni, violenze, morti, tentativi di suicidio, salvataggi, rinvenienti di droga, di telefonini, ma oggi, paurosamente, affiora la minaccia dei droni che potrebbero consentire l’introduzione di armi dentro le nostre fragili prigioni“.
“È inutile che qualcuno – proseguono i segretari siciliani dei sindacati di Polizia Penitenziaria – vuole indirizzare il problema solo sulla carenza di medici e psicologi, o di un ipotetico sovraffollamento, cosi da allontanare la vera questione che, in Sicilia, non c’è più sicurezza nelle carceri. La mancanza di ordine e di regole sta cancellando – secondo i sindacati – qualsiasi ipotesi di rendere le carceri luoghi di recupero dei detenuti invece che il prosieguo della loro attività delinquenziale”.
“Scelte politiche – sottolineano sindacalisti – hanno causato in Sicilia la carenza di 1.000 poliziotti penitenziari, con strutture colabrodo, con personale di Polizia vicino ai 60 anni di età, con mancanza di direttori, con la chiusura degli OPG e l‘insufficienza di posti nelle REMS, con l’aggravante di aver investito tutto sul trattamento. Visti i risultati – concludono i segretari regionali di Sappe, Osapp, UilPa Polizia Penitenziaria, Fns Cisl Sicilia ed Fp Sicilia – possiamo dire che questo metodo ha fallito, trascinando la Polizia Penitenziaria nel baratro”.