Il Tribunale di Trapani ha condannato a quattro anni di reclusione ciascuno l’ex consigliera comunale di Erice Francesca Miceli e il marito Fabio Grammatico per il reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità”.
I due, che dovranno anche pagare le spese processuali e 5.000 di danni alla parte civile (il Comune di Erice), sono stati dichiarati interdetti dai pubblici uffici per cinque anni e incapaci di contrattare con la Pubblica Amministrazione per un periodo di tempo pari a quello della condanna.
Miceli era accusata di aver ottenuto dall’allora vice sindaco e assessore Angelo Catalano che un’impresa incaricata di altri lavori dall’Amministrazione comunale di Erice sospendesse le attività commissionatele per rimuovere una barriera architettonica davanti l’ingresso del bar in via Cosenza gestito dal marito, in cambio del voto favorevole al Piano rifiuti presentato in Consiglio comunale.
In un primo momento l’ipotesi di reato formulata dalla Procura era quella di “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio” poi riqualificato in quello di “induzione indebita a dare o promettere utilità”, nel caso specifico ritenuta dai giudici di “particolare tenuità”, come si legge nel dispositivo della sentenza.