Nuovo capitolo nel cold case riguardante l’uccisione di Benedetto Ganci, avvenuta nelle campagne di Fulgatore nel 1995. I Carabinieri del Nucleo investigativo di Trapani, dopo quello del cognato Antonio Adamo, ritenuto l’autore dell’omicidio, hanno eseguito l’arresto, in flagranza di reato, del nipote Vincenzo Adamo, accusato di detenzione di armi clandestine e munizioni, detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e ricettazione, in concorso con lo zio.
La perquisizione condotta dai militari in un garage utilizzato dai due sito nella frazione trapanese di Xitta ha consentito di rivenire le armi e la droga. Nel corso delle attività dovute alla riapertura delle indagini sull’omicidio Ganci, infatti, i Carabinieri hanno notato un’inusuale e assidua frequentazione tra zio e nipote che spesso si recavano in quel garage. D’intesa e sotto la direzione della Procura della Repubblica di Trapani, con l’ausilio del Nucleo Cinofili di Palermo, gli investigatori dell’Arma hanno condotto l’attività che si è conclusa con il sequestro di due fucili a canne mozze, una mitraglietta artigianale, due pistole risultate rubate, un revolver calibro 38 con matricola abrasa, una pistola da borsetta artigianale, una pistola-penna artigianale e 11 panetti di hashish da 100 grammi ciascuno.
Fondamentale si è rivelato il fiuto di Vera, la pastore belga Malinois altamente addestrata per la ricerca di armi ed esplosivi che, sedendosi in punti ben precisi del locale, ha fornito precise e preziose indicazioni su dove orientare le ricerche.
All’esito dell’udienza di convalida, il gip ha disposto nei confronti dei due uomini la custodia cautelare in carcere. Le indaginii dei Carabinieri proseguono per acquisire ulteriori riscontri. GUARDA IL VIDEO