In questi giorni l’EAS, gestore idrico di diversi comuni della provincia di Trapani, ha inviato a migliaia di cittadini i solleciti di pagamento con allegato un bollettino e con diffida a pagare entro 15 giorni.
Si tratta di fatture per consumi, eccedenze e canoni risalenti anche agli anni 2008/2009. Chi ha ottenuto le sentenze di annullamento dei giudici di pace e del Tribunale non si è visto arrivare nulla ma per tanti utenti, anche per chi aveva eccepito la “prescrizione” solamente con ricorso in autotutela, ha ricevuto le maxi diffide di pagamento.
Sul punto interviene l’avvocato Vincenzo Maltese, responsabile della delegazione Codici di Trapani. L’associazione di tutela dei cittadini da giorni è presa d’assalto da decine di telefonate di utenti di tutta la provincia preoccupati per le ingenti somme richieste: “La prima cosa da fare – spiega il legale – è verificare se le fatture oggetto dei solleciti sono pervenute negli anni. Se non è così si può replicare all’EAS, tramite raccomandata a/r, comunicando che nessun pagamento può essere effettuato considerato che le fatture non sono mai state notificate”.
“L’EAS – prosegue Maltese ha più volte comunicato che non accoglie i reclami, che non riconosce la prescrizione e non annulla le eccedenze di seconda fascia. Solo una sentenza di un giudice accerta negativamente il credito. In questi anni l’Ente Acquedotti Siciliani si è sempre difeso nei giudizi, procedendo in alcuni casi ad impugnare le sentenze dei giudici di pace presso il Tribunale che, in questi casi, ha la funzione di giudice d’appello. Purtroppo – conclude l’avvocato – la cosa che fa rabbia è che essendo in liquidazione coatta amministrativa, l’equivalente del fallimento – l’EAS non versa le spese che, purtroppo, vanno a gravare interamente sul cittadino che difende i suoi diritti nei vari contenziosi giudiziari. Si aspetta da anni e, ormai con ansia, il nuovo gestore idrico”.