Destinata al porto di Trapani la “Sea-Eye 4” con a bordo oltre 800 migranti soccorsi nei giorni scorsi in diverse operazioni nel Mediterraneo centrale.
La nave della ong tedesca è in navigazione verso il porto di Trapani individuato dal Ministero dell’Interno come porto sicuro di sbarco. L’arrivo è previsto nel primo pomeriggio di oggi.
I migranti saranno sottoposti a visita medica e tampone e trasferiti a bordo di navi per la quarantena anti Covid. Oltre alla “Adriatico” – già presente al largo delle coste cittadine con a bordo, attualmente, solo 10 persone – dato il numero consistente di migranti che scenderanno dalla nave tedesca, è arrivata la “Azzurra”. I minorenni, invece, saranno trasferiti in appositi centri a terra.
La Guardia Costiera italiana, a fronte del peggioramento delle condizioni meteomarine, aveva già consentito alla “Sea-Eye 4” di avvicinarsi alla Sicilia, prima di fronte alle coste del Ragusano e poi di Porto Empedocle. Viveri e altri beni di prima necessità sono stati trasferiti a bordo dalla nave “Rise Above” della ong Mission-Lifeline.
Sono state sette, complessivamente, le operazioni di soccorso della “Sea-Eye 4” nel Mediterraneo centrale, l’ultima nella notte tra mercoledì e giovedì 4 novembre che ha consentito di trarre in salvo da un barcone sovraccarico partito dalla Libia oltre 400 persone. GUARDA IL VIDEO
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“Siamo davvero felici di sapere che arriveremo in un porto sicuro dopo tanti giorni di incertezza e avendo lavorato al limite delle nostre forze. Le persone che abbiamo assistito necessitano ora di essere curate a terra”, ha detto Daniela Klein, uno dei medici a bordo.
“Ringraziamo l’Italia ma chiediamo all’Europa di ammonire Malta per non aver coordinato i soccorsi e per essersi rifiutata di fornire assistenza alle imbarcazioni in pericolo”, ha detto Gordon Isler, presidente della ong tedesca.
Tra gli oltre 800 migranti ci sono donne in stato di gravidanza, circa 165 minori e almeno 15 bambini al di sotto dei quattro anni. Due delle persone soccorse nell’ultima operazione sono state rianimate, mentre altri migranti presentano ferite riconducibili a segni di torture. Nell’ultimo soccorso i medici hanno dovuto affrontare anche diversi casi di ipotermia.