Tre città profondamente diverse, unite dal mare: perché Trapani, Marsala e Mazara del Vallo hanno radicato il profondo rispetto per l’acqua, che accoglie, avvicina, lega i popoli.
Trapani è la città del sale, di mura e bastioni, di cupole, mulini e torri, ma anche di palazzi, chiese e campanili. Marsala è la più “british” delle città siciliane, elegante e discreta, sul filo dolce e zuccherino del Marsala, che gli inglesi amarono, capirono e, soprattutto, esportarono fino a Sumatra. Ultima ma non ultima, Mazara del Vallo che protegge la sua casbah con quelle stradine strette che sembrano sgusciare via come serpentelli verso i cortili dove vivono oltre 2500 famiglie, soprattutto maghrebine, una comunità integrata che raccoglie l’eredità dei padri che scavalcarono il mare.
A Trapani il festival è alla sua quarta edizione: quest’anno ci si dedicherà ancora di più al mare, indagandone i mestieri antichi, i sapori salmastri, le raccolte e gli oggetti di uso quotidiano. “Vie dei Tesori dà lustro e valore culturale al territorio. È un nostro progetto rimettere in cammino la città e coinvolgere i comuni vicini per far diventare questa provincia un unico sistema museale a cielo aperto” annunciano il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida e l’assessore alla Cultura, Rosalia d’Alì. A Trapani i coupon del festival si troveranno anche da Tecnica Sport, frutto della collaborazione con la fondazione Le Vie dei Tesori.
A Trapani il festival proporrà visite a tredici siti – alcuni inediti, altri graditi ritorni: tra le new entry le cave della Ducale Marmi a Custonaci. Sarà possibile visitarla, sulla scia della storia degli scalpellini che, alla fine della guerra, con Trapani distrutta, dovettero attingere a nuove cave sul territorio. Una visita speciale sarà anche quella alla Prefettura, con le sue sale decorate e le numerose opere d’arte. Un altro gioiello è Palazzo Montalto che sarà una vera scoperta: progettato negli anni Venti del secolo scorso dall’architetto trapanese Francesco la Grassa per il notaio Giacomo Montalto, è un exploit di ferro battuto, decorazioni floreali e vetri, ringhiere e volute, rosette e tralci. Liberty allo stato puro, soprattutto nell’esuberante appartamento del giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto. Si partirà poi alla scoperta delle insegne spagnole scolpite nel tufo del Bastione Imperiale, uno di quelli costruiti dal Ferramolino sotto Carlo V, per godere poi della vista incomparabile dal campanile di san Domenico.
E ancora a Palazzo D’Alì, si perderà il conto delle finestre e si potrà assistere alla visita teatralizzata con protagonista donna Clotilde che abitò queste stanze. Le chiese: dalla più imponente, la cattedrale di San Lorenzo, alla sontuosamente barocca Cappella della Mortificazione, vera iconografia da “regno della morte” al Collegio dei Gesuiti con una commovente Immacolata del Marabitti alla Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio con la tomba del famoso architetto Giovanni Biagio Amico. Fuori dal centro storico, si raggiungerà il museo della Pesca dentro la Tonnara Bonagia e la Torre Marausa, una delle poche superstiti tra le 150 erette nel Cinquecento a difesa della città dalle razzie dei barbareschi. Tre le passeggiate: la prima, condotta da Renato Lo Schiavo, seguirà le orme di uno scrittore vittoriano, Samuel Butler che rilesse l’Odissea ambientandola tra le Egadi e Pantelleria. La seconda, condotta dall’ex direttore del Museo Pepoli, Luigi Biondo, rintraccerà la simbologia di una Trapani nascosta, da scoprire “a naso in su”. Con l’archeologo Francesco Lombardo si camminerà sui passi di antichi briganti, pastori e uomini di altri tempi per ritrovare la leggenda della Baronia di Arcudaci a Bosco Scorace, polmone verde di Buseto Palizzolo. L’info point de Le Vie dei Tesori sarà a Palazzo D’Alì, in piazza Municipio (tutti i giorni, dalle 9:00 alle 18:00).
Marsala, invece, è alla sua terza partecipazione al Festival e mai come quest’anno è stato costruito un programma che suscita sensazioni: accanto alle visite guidate ai luoghi della città, sarà possibile visitare i resti di una ricca casa lilibetana del periodo romano imperiale con i suoi bellissimi mosaici di stile africano, scoperta presso il Teatro Impero. Si potrà partecipare a esperienze inattese, molte allo Stagnone, su cui si volerà a bordo di un Piper, si navigherà in barca nella laguna, si passeggerà a cavallo o si potrà rivitalizzare la pelle con uno scrub al sale immergendosi nella cosiddetta acqua fatta o acqua madre della salina Genna che elimina le tossine; mentre sull’isola di Mozia vi attenderà una ricca colazione in stile british, prima di partecipare a passeggiate tematiche. E sono sei le cantine che apriranno le porte (per il progetto Terre dei Tesori) per visite e degustazioni: si seguirà il viaggio del Marsala dalle vigne alle botti alle navi “vinaccere”, ai vini di ultimissima generazione, spesso passati di padre in figlio. Partecipano il Baglio Donna Franca, Cantine Bianchi, Caruso e Minini, Curatolo-Arini, Fina e Martinez.
Il nuovo viaggio alla scoperta di Mazara, invece, si srotola sul territorio con il supporto logistico di Periferica. E anche in questo caso, sono state organizzate esperienze che non si possono saltare: si potranno visitare oleifici, tenute agricole e persino una piantagione di avocado, assaggiando i prodotti che nascono dalla terra e non sono assolutamente trattati. Oltre ad un giro sotto la città – nel reticolo di cave dove si verrà guidati da Periferica – si assaggerà il pani cunzatu delle Tenute Mandina, si scopriranno i grani antichi ai Molini del Ponte che raccontano quattro generazioni di mugnai; si degusterà l’olio che nasce dalle Latomie per Centonze; e alle Tenute Caracci si capirà come si coltivano gli avocado. Le passeggiate condurranno invece alla scoperta della Casbah, unica, brulicante, colorata, esempio straordinario di convivenza multiculturale; ma si potrà anche raggiungere l’altura di Roccazzo dove scoprirete esistente un’antica necropoli.
Ma chi cerca l’anima religiosa di Mazara, non avrà che l’imbarazzo della scelta: A partire dalla Regale Abbazia di Santa Maria dell’Alto. È considerata un monumento normanno tra i più interessanti del periodo, unico esempio in Sicilia occidentale di copertura a volta a botte traversa, con estradossi a vista. C’è poi San Francesco nata in stile arabo-normanno; San Michele Arcangelo, la chiesa del Monastero delle Benedettine, un tesoro barocco inaspettato, con uno stupendo pavimento di maiolica cosparso di fiori splendenti; e San Giuseppe, appena restaurata, nata come un semplice e piccolo oratorio dedicato al santo protettore dei falegnami, ma poi rimaneggiata e ingrandita, decorata con pitture e stucchi. L’info point è presso la Pro Loco Mazara, in via XX settembre, 5 (sabato e domenica, dalle 10:00 alle 18:00).