“Utilizzare la pagina facebook del Comune di Trapani per scopi non istituzionali non è solo un fatto disdicevole ma una gravissima violazione ed un abuso da parte del sindaco Tranchida che impropriamente usa il profilo ufficiale dell’Ente, in altri ambienti si potrebbe parlare anche di peculato d’uso”.
A dirlo è la deputata regionale Eleonora Lo Curto, che così ribatte a quanto pubblicato sul profilo facebook della Citta di Trapani ieri da Giacomo Tranchida.
”Le parole come sempre volgari ed offensive con le quali Tranchida è solito aggredire i dissenzienti e quanti esercitano il legittimo diritto di critica – continua Eleonora Lo Curto – non è solo la sinistra rappresentazione di un suo tratto caratteriale quanto la manifestazione della sua più vera e intima identità di soggetto che disprezza i principi democratici e utilizza la velenosa e orrida arma del ricatto, della ritorsione e della vendetta. Uno stile da regime quello di Tranchida che ha fatto vergogna alla storia e di cui ancora oggi si è tristi testimoni nei luoghi del mondo in cui vigono i totalitarismi. Le ricordo sindaco – aggiunge Lo Curto – che la querela non è una minaccia intimidatoria ma uno strumento giuridico legittimamente esercitato da chi subisce attacchi volgari e offensivi che ledono onore e dignità personale e pubblica. È lo stesso strumento che lei ha utilizzato contro inermi e forse anche sprovveduti cittadini che sui propri profili social hanno osato criticarla senza però offenderla come lei è aduso fare. È ovvio che è lei ad utilizzare lo strumento giuridico di autotutela previsto dal nostro ordinamento come un’arma da brandire con l’arroganza prepotente di chi disconosce diritti, libertà e principi democratici. Le sue esternazioni sono penose, si vergogni sindaco della pochezza del suo essere. Si vergogni delle scelte unilaterali di privare la città di Trapani e gli altri comuni limitrofi dall’essere il teatro straordinario di un evento che senza dubbio, come risaputo, sarebbe stato ben finanziato dal governo regionale per le conseguenti importanti ricadute di natura economica. Si vergogni per i suoi maldestri tentativi di trovare improbabili giustificazioni alla inadeguatezza organizzativa e all’improvvisazione con le quali si era lanciato in un’impresa per lei impossibile. Perché di questo si tratta. Il re è nudo, il super sindaco Tranchida, eletto e plurieletto in forza di questa straordinaria esperienza, piuttosto che realizzare l’Europeade, zitto tu e zitto io, rinuncia e solo dopo lo racconta come se nulla fosse semplicemente perché deve candidarsi alle elezioni regionali. Non può lasciare a nessuno le responsabilità di un evento così importante e complesso. Ma perché non ha sentito il dovere di condividere le sue perplessità con le amministrazioni comunali partner? Semplicemente perché era solo un bluff e non avrebbe potuto farsi scoprire con due scartine mentre faceva intendere di avere in mano una scala reale. Quanto alle minacce esercitate contro l’ottimo assessore Fabio Bongiovanni, di cui attesta pubblicamente, questa volta correttamente sulla pagina istituzionale del Comune, la competenza e lealtà, non so cosa dovrebbe scegliere. Bongiovanni ha cercato di spegnere la polemica, ha manifestato di condividere la sua scelta, dichiarando che le opinioni espresse dall’onorevole Lo Curto e dalla consigliera Garuccio non impegnavano il partito e che erano dunque da considerare come personali posizioni. Ciò nonostante ecco la minaccia. L’aut aut. Torna sinistra l’arroganza di chi disprezza ogni regola democratica ed ogni regola morale. Caro Tranchida ti rispondo solo perché a differenza tua che professi CambiaMenti (ma tra i vecchi politici tu sei il più vecchio). io con orgoglio e senza arroganza, della vecchia politica rappresento la migliore espressione e non perché sventolo bandiere legaliste e vado ai cortei contro la mafia, ma con i miei comportamenti sempre trasparenti, con le mie condotte, le idee e le opinioni che manifesto in libertà, senza ricorrere alle offese personali e alle invettive volgari con cui sei solito scagliarti contro coloro che da semplici oppositori elevi al rango di nemici. Ti rispondo perché il silenzio che meriteresti non sia scambiato per omertosa paura”.