Un 2021 da ricordare quello sul versante incendi in Sicilia e, anche se il triste fenomeno si verifica ogni anno, sembra esserci un peggioramento nell’organizzazione e attuazione dell’attività di prevenzione.
Domani, al PalaRegione di Catania, il presidente Nello Musumeci terrà un vertice regionale di Protezione civile per fare il punto della situazione e coordinare ulteriori per fronteggiare l’emergenza incendi in Sicilia. Nel corso del vertice sarà anche esaminata la condizione di sicurezza degli stabilimenti balneari nell’Isola e la possibile adozione di misure dopo che, nei giorni scorsi a Catania, alcuni lidi sono stati raggiunti e distrutti dalle fiamme appiccate su terreni poco distanti dalla spiaggia della Plaia.
“Tante parole e poca attuazione di un piano gestibile nelle dichiarazioni di tanti politici e tecnici che tentano di affrontare la situazione anche con fondi che mancano e, dunque, su fondi immaginari”. Afferma, però, Antonio David, operaio forestale e gestore del blog ForestaliNews, che parla di “un territorio inoperoso che resta a guardare ai mezzi aerei come unici ‘salvatori della patria’ di uno sbaglio che nasce a monte. Una sola parola è imputabile e tutti i mali e cioè, la prevenzione”.
Secondo David i “circa 19 mila operai regionali siciliani non vengono gestiti nei tempi giusti per prevenire incendi ma avviati soltanto quando ci sono i fondi, da reperire tra vicissitudini burocratiche e tempi biblici. Non si possono avviare i forestali a luglio – prosegue – in piena emergenza e con i viali parafuoco da eseguire, unica arma di contrasto agli incendi, e licenziarli dopo 34 giorni perchè non ci sono i fondi per farli continuare a lavorare, chiudendo i cantieri ad agosto e limitandone la presenza sul territorio”.
“A luglio doveva essere chiusa la prevenzione – prosegue David – invece più della metà del territorio siciliano è rimasta con sterpaglia alta e lavori da effettuare, dunque le fasce parafuoco le ha fatte il fuoco stesso”.
Per la prevenzione degli incendi in Sicilia, quest’anno, sono stati stanziati 134 milioni di fondi Poc (Programma operativo complementare dei contributi europei). Solo 64 sono stati sbloccati a metà giugno, con una variazione di bilancio dell’Ars, e sono già finiti. La restante parte della somma ancora oggi non è disponibile. Servirà un’altra variazione di bilancio. Nel complesso, il comparto forestale in Sicilia costa 234 milioni di euro.
“Ecco perché stanno licenziando tutti i precari della manutenzione – dice Tonino Russo, segretario generale della Flai-Cgil Sicilia – . Ci sarebbero ancora giornate lavorative disponibili ma mancano i soldi per pagarle. Siamo arrivati a una media di una quarantina di giornate su contratti che ne prevedono 101, per non parlare di quelli con 78 che non hanno fatto ancora una giornata di lavoro”. I primi 3.000 operai stagionali, degli oltre 7.500 che si occupano della prevenzione degli incendi su tutto il territorio siciliano, sono scesi in campo nei primi giorni di giugno, gli altri a seguire.
Sulla questione si registra anche la presa di posizione di Giuseppe Lupo, capogruppo PD all’Ars, che ricorda come già in occasione dell’esame della finanziaria regionale i Democratici avessero denunciato che “la scelta di utilizzare fondi europei non era compatibile con i tempi d’avvio della campagna antincendio boschivo. Lupo ricorda anche che, lo scorso mese di aprile, il PD è intervenuto nel corso di una mobilitazione delle rappresentanze sindacali del comparto forestale per chiedere un adeguato piano operativo di manutenzione dei boschi e di prevenzione degli incendi.
Al momento, in Sicilia, gli operai forestali sono quasi 19mila: 1.328 lavorano con un contratto a tempo indeterminato e 1.200 di loro si occupano in effetti di manutenzione, con compiti che però attengono più alla guida degli uffici. Poi ci sono i precari, il grosso del personale: 5.295 sono in servizio 151 giornate l’anno, 8.774 vengono impegnati per 101 giornate l’anno e 3.252 sono attivi 78 giorni l’anno.