Un peschereccio della flotta di Mazara del Vallo, il “Michele Giacalone”, è stato assaltato da un motopesca turco mentre si trovava in acque internazionali, tra la Siria e la Turchia, a 27 miglia dalle coste turche. La notizia è stata confermata all’ANSA dall’armatore Luciano Giacalone che si è recato negli uffici della Capitaneria di Porto per denunciare il lancio di pietre e altri oggetti contro l’imbarcazione.
“Il mio peschereccio è stato prima preso a sassate da diversi pescherecci turchi, che lo hanno speronato e poi gli equipaggi hanno tentato di salire a bordo. Il comandante è stato costretto a tirare le reti e ad allontanarsi dalla zona” ha detto Giacalone alle agenzie di stampa. Da sottolineare che, nella stessa area, si trovava anche un’altra imbarcazione italiana, il “San Giorgio I”. La fregata “Margottini” e un elicottero della Marina militare sono intervenuti nella zona dell’aggressione.
“Siamo rovinati, non possiamo andare avanti così – ha aggiunto l’armatore – In qualunque area andiamo ci cacciano. Chiediamo che le Istituzioni si diano da fare per fare un accordo soprattutto con la Libia e mettano le barche di Mazara nelle condizioni di poter lavorare”. E ancora: “Non bastavano i rischi e i problemi con la Libia, ora ci viene impedito di pescare anche in pieno Mediterraneo. Vorrei sapere dal governo dove possiamo andare a pescare senza rischiare la vita” ha concluso. Sullo stesso tenore la denuncia di Mimmo Asaro, presidente di Federpesca a Mazara del Vallo: “È una situazione oramai insostenibile. Chi di dovere affronti la questione della sicurezza in mare per noi pescatori“.
Lo scorso 3 maggio lo stesso peschereccio era stato mitragliato dalla Guardia Costiera libica mentre si trovava nelle acque riconosciute unilateralmente dalla Libia come “zona esclusiva di pesca”. Dopo quell’abbordaggio, il motopesca si è spostato verso la Grecia, raggiungendo la zona di mare compresa tra Turchia e Siria.