Nuovo Trapani calcio. L’autobus De Picciotto è passato e non ha fatto tappa a Trapani, purtroppo.
Decisiva in realtà, come dallo stesso imprenditore scritto nella sua lettera aperta, la modifica al Regolamento FIGC, che vieta a uno stesso soggetto di controllare due o più società in un campionato professionistico, con la conseguenza che De Picciotto potrebbe mantenere la proprietà del Trapani calcio solo in serie D e non oltre.
Non so con assoluta certezza se il suo 38 o 39,5% di partecipazione azionaria nel Lecce lo metta o meno in una posizione di controllo di quella società, tale da impedirgli di rilevarne un’altra, conservando negli anni la doppia proprietà.
Lo posso immaginare, fidandomi di ciò che ha scritto nella lettera aperta.
Oppure, ancora meglio, si potrebbe chiedere allo stesso De Picciotto di dettagliare questo passaggio, spiegandoci le ragioni tecniche del perché il nuovo testo dell’art. 16 bis delle Noif, approvato il 26 Aprile scorso, non gli lasci alcuna possibilità nel caso concreto.
So, peraltro, che il finanziere Italo svizzero ha chiesto un parere motivato alla FIGC e pare che gli abbiano risposto che proprio non può; si spiegherebbe in tal modo la sua lettera di disimpegno, ma in realtà anche di questa notizia non posso essere certo in modo assoluto.
In ogni caso, atteso che il passo indietro, comunque sia, De Picciotto l’ha fatto, provo a dare per assodato che sia effettivamente così e cioè che la partecipazione azionaria nel Lecce non gli consenta di rilevare un’altra società, che militi fra i professionisti o che, come nel nostro caso, aspiri a ritornarci.
Cosa potrebbe fare a questo punto De Picciotto?
Potrebbe senz’altro costituire il nuovo Trapani e giocare in serie D, se li fosse ammesso.
Ma nel momento in cui successivamente la squadra fosse ammessa in serie C (perché ha vinto il campionato, perché è stata ripescata), lui dovrebbe cederla; così infatti stabilisce la norma transitoria scritta lo scorso mese in calce all’art.16 bis.
Dunque, De Picciotto non avrebbe la possibilità di portare a termine il suo progetto ambizioso pluriennale di riconquista della serie B qui a Trapani.
Ed in questo quadro normativo, così come si è venuto sviluppando, non importa che l’Avviso del Comune sia arrivato in ritardo, non importa che De Picciotto non abbia costituito mesi fa, come sarebbe stato possibile, la nuova società; per come è stato scritto il nuovo art. 16 bis, non sarebbe cambiato niente.
Se il Trapani, ad esempio, fosse stato costituito fin da gennaio scorso e, impegnato in serie D, avesse vinto il campionato al termine della stagione 2021/22, subito dopo, in fase di ammissione in serie C, si sarebbe comunque trovato difronte alla nuova norma, varata lo scorso 26 Aprile, senza alcuna possibilità di evitarla.
Allo stato, dunque, rimane la speranza (solo teorica, in realtà, perché al momento priva di conferme) che la partecipazione azionaria di De Picciotto nel Lecce (38 o 39,5% che sia) non sia sufficiente per metterlo in una posizione di controllo di quella società e che dunque si possa così superare il limite dell’art. 16 bis e costituire il nuovo Trapani, senza timore per De Picciotto di ritrovarsi dopo poco tempo in una situazione di multiproprietà, non consentita.
Ma a tale speranza, finora, nessuno ha fatto cenno, né De Picciotto né, a quanto sembra, la FIGC e anche in questo caso, pur se ne intuisco la ragione (De Picciotto sembra sia nel Lecce il socio di maggioranza relativa), mi piacerebbe che qualcuno me ne spiegasse i dettagli tecnici, magari il diretto interessato.
Cosa rimane allora, realisticamente?
Nell’immediato, per ciò che riguarda De Picciotto, nulla.
In futuro chissà: potrebbe anche accadere che De Picciotto a un certo punto decida di cedere le sue azioni del Lecce e venga qui a Trapani, libero di iniziare un’avventura calcistica tutta sua, da non condividere con altri sodali, come invece gli accade per adesso a Lecce. Ma questa è, purtroppo, una prospettiva a medio termine, non certo imminente.
Certo, volendo sbrigarsi, De Picciotto potrebbe anche rilevare il Dattilo e fare ciò che aveva in mente già l’anno scorso: portarlo in Città e cambiare la denominazione sociale; oppure fare con più calma e creare una nuova società ex novo, sempre che nel frattempo in Città non accada nulla, come è stato fino ad ora.
Martedì, a tal proposito, scadrà l’ulteriore termine per presentare al Comune di Trapani eventuali manifestazioni d’interesse.
In quel momento sapremo se c’è qualcosa di diverso e concreto all’orizzonte oppure se dovremo rassegnarci a rimanere ancora senza il Trapani e la nostra maglia granata.