Ha lanciato l’allarme, pochi giorni fa, sulla sua pagina: la problematica delle dipendenze, da stupefacenti ma non solo, è sempre più presente nel territorio trapanese. Abbiamo sentito Gianni Di Malta, presidente di Saman Sicilia e referente, per la nostra regione, del gruppo Anteo, da 25 anni attivo nel settore delle comunità e attività di recupero. Con lui Marzia Lombardo, referente del Centro di accoglienza di Saman.
“Siamo in un momento molto critico – esordisce Di Malta – la situazione è drammatica e, per certi versi, ingestibile. Tutte le risorse, economiche, sociali, politiche sono concentrate sulla pandemia – ed è giusto che sia così – ma stiamo trascurando un problema che sta colpendo, sempre di più, i giovani e i giovanissimi. Parliamo di ragazzini dai 12 anni in su. Oggi sono questi ad iniziare a fare uso di stupefacenti, parliamo di crack, ecstasy, acidi e persino eroina fumata. Mai come adesso riceviamo telefonate di genitori e famiglie disperate i cui figli assumono e sono diventati dipendenti da sostanze ma non solo, parliamo del gioco d’azzardo online o di internet.
I numeri sono aumentati. La relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze in Italia è ferma, purtroppo, al 2018 ma già quei dati fotografavano una situazione drammatica: tra i giovani in età scolare uno su tre ha fatto uso di stupefacenti. Non oso immaginare cosa verrà fuori dalla prossima relazione con i dati del 2019 e 2020.
Bisogna fare quadrato, i nostri ragazzi sono la fascia più colpita dagli effetti sociali della pandemia. Giornalmente ricevo quattro, cinque telefonate di genitori, di questo territorio, che chiedono aiuto: parlo di madri disperate che vengono picchiate dai figli minorenni per ottenere il denaro per acquistare la droga. La criminalità organizzata è stata lungimirante, ha abbassato i prezzi rendendo le droghe accessibili a tutti. È una emergenza sanitaria e sociale che non finirà con la pandemia. Questi ragazzini che ora sono in viaggio di nozze con la sostanza, se la porteranno dietro a lungo. Quando si tratta di minorenni tutto diventa più difficile. Nei casi più gravi o quando ci sono aspetti di illegalità e chiaro che la strada è quella di rivolgersi alle Forze dell’ordine e si arriva così a inserire la persona in un percorso terapeutico ma in altri casi quello che possiamo fare è chiedere alle famiglie di provare a portarci i figli, almeno per dei colloqui conoscitivi. Bisogna, intanto, far emergere in questi giovani la consapevolezza di avere un problema. E questi incontri servono anche a noi per capire meglio la situazione e dare strumenti alle famiglie per gestirli. Noi non possiamo effettuare interventi coatti, non possiamo usare la coercizione. Il fenomeno interessa, ancora, maggiormente i maschi, siamo oltre il 60-70%, ma notiamo un aumento delle dipendenze tra le ragazzine.
Come componente del Coordinamento degli Enti ausiliari della Regione Siciliana – prosegue Di Malta – io ho il quadro non solo del territorio trapanese ma di tutta l’Isola. Devo ribadire che l’emergenza coronavirus sta favorendo certi comportamenti negativi da parte dei giovani: chiuse le scuole, le palestre, i centri di aggregazione, tutte attività che erano sia valvole di sfogo ma anche agenzie educative, i ragazzi si trovano soli. È stato un errore, secondo noi, chiudere tutto. Andava consentita l’attività, con tutte le misure necessarie per garantire la salute.
Dopo il lockdown sono emerse nuove forme di dipendenza – aggiunge Marzia Lombardo – generate dalla solitudine: mi riferisco ai videogiochi, ai siti di realtà virtuale e ai social, ragazzini che si chiudono nelle loro stanze e scambiano il giorno con la notte e non hanno più contatti reali con nessuno. Si tratta di situazioni non sempre percepite come problematiche sia dalle famiglie – che vedono il loro figlio “al sicuro” in casa – sia dagli stessi ragazzi. Si tratta di nuove forme di limitazione mentale molto gravi e che portano, in soggetti così giovani, danni a lungo termine. È essenziale che i genitori conoscano i comportamenti dei figli, la loro vita sul web. Non è possibile lasciare soli gli adolescenti, pensare che se la sappiano cavare di fronte a certe minacce solo perché sanno maneggiare, fin dalla più tenera età, uno smartphone.
La droga, peraltro, viaggia anche sul web – aggiunge Di Malta – e quindi raccomando ai genitori di fare attenzione agli acquisti online dei figli, gli stupefacenti sono mascherati in altri prodotti, come boccette di profumo o bagnoschiuma. Attenzione agli acquisti anomali o frequenti su internet.
Spesso le sostanze sono mescolate con l’alcool – che è ancora più facile da acquistare – e i giovanissimi lo usano per lo sballo, con misture davvero molto pericolose. Ma penso – prosegue Lombardo – anche a queste forme di sfide on-line i cui effetti, anche estremi irreparabili, sono diventati cronaca sui giornali.
Rispetto al passato – sottolinea Di Malta – quando l’uso degli stupefacenti aveva anche una dimensione di gruppo, oggi i ragazzi assumono le droghe in solitudine e questo è un ulteriore elemento di pericolosità. Ci si avvita su se stessi, alimentando quel senso di estraneamento, di depressione che porta anche ad atti di autolesionismo o di aggressività nei confronti degli altri. Ecco, anche questi sono segnali importanti da intercettare.
Il ruolo delle famiglie resta centrale: purtroppo i genitori, anche quando hanno qualche sospetto – prosegue il presidente di Saman Sicilia – tendono a non voler vedere, a negare una realtà che è certo dolorosa, che fa paura. Invece bisogna subito parlarne, cercare aiuto in tutte le sedi possibili. È ovvio, però, che la risposta alle dipendenze deve essere globale, sinergica, collettiva: nel Trapanese abbiamo avuto per 8 anni un progetto del Distretto sanitario, il CPD (Centro Polifunzionale Dipendenze), finanziato dal Fondo nazionale Politiche sociali. Poi le attività si sono fermate e i fondi residui sono stati dirottati, di recente, dai Comuni – su direttive della Regione – per i voucher e il sostegno alle famiglie in difficoltà per la pandemia. Adesso, con il nuovo Piano di Zona, si stanno rielaborando le nuove strategie che passano dallo Sportello di ascolto, dove portare le richieste di aiuto e le problematiche per casi già conclamati, all’equipe multidisciplinare che farà prevenzione nei confronti degli studenti e formazione dei docenti, a partire dalle seconde e terze classi delle scuole medie.
Stiamo lavorando anche su un percorso per togliere dalle strade i ragazzi a rischio, proponendo loro attività sportive, artistiche, culturali. È necessario fornire loro un’alternativa, condurli a scoprire il piacere di fare altro che non sia distruggersi.
La prevenzione è essenziale – chiosa Marzia Lombardo – e passa, ovviamente, per prima cosa dalle famiglie. È necessario informare i genitori, metterli nelle condizioni di cogliere i segnali di disagio, le fragilità che possono portare i loro figli a una dipendenza. Questo aspetto è ancora troppo carente ed è necessario fare di più nel nostro territorio.
Dall’inizio del 2021 Saman ha preso in carico, solo nel Trapanese, circa 60 nuove persone di cui 15 sono in attesa di entrare in comunità. Un numero – sottolinea Di Malta – che prima della pandemia raggiungevamo in un intero anno. Il soggetto più giovane è una dodicenne i cui genitori ci hanno chiesto aiuto ma il fenomeno riguarda anche 40-50enni, soprattutto vittime dell’abuso di alcool.
Qualsiasi tipo di dipendenza, nella mente della persona, è una “cura” per un malessere, è il sintomo di un disagio, dice Di Malta. In un momento storico come questo, con le difficoltà economiche, la perdita del lavoro, ci sono soggetti che cadono nel vortice e diventano vittime di una dipendenza. In tutto questo la criminalità organizzata ci sguazza e fa enormi profitti – conclude il presidente di Saman Sicilia – e ha trovato la bassa manovalanza anche negli immigrati. Stiamo distruggendo intere generazioni, quelli che saranno il nostro futuro, e questa è una prospettiva che fa rabbrividire.
Del fenomeno criminale del traffico e dello spaccio di stupefacenti nel territorio trapanese e del suo contrasto da parte delle Forze dell’ordine ci occuperemo in un prossimo articolo.