Prima udienza, stamane, davanti alla Corte d’Assise di Trapani presieduta da Daniela Troja, del processo a carico di Vincenzo Frasillo, il 53enne mazarese accusato di aver ucciso la moglie Rosalia Garofalo il 29 gennaio 2020 nella loro abitazione di via Calypso a Mazara del Vallo.
L’uomo, attualmente in custodia cautelare presso la Casa Circondariale “Pagliarelli” di Palermo e presente in videoconferenza, è accusato di omicidio volontario, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
Come ha sottolineato la pm Marina Filingeri della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, davanti al cui gup si era svolta l’udienza preliminare, l’uomo aveva brutalmente picchiato a mani nude e con oggetti contundenti la moglie – che aveva riportato danni fisici permanenti da una precedente ischemia cerebrale – su tutto il corpo e al volto. Dall’esame del corpo di Rosalia Garofalo erano emerse fratture ad uno zigomo e al naso, alla regione lombosacrale, alle costole e diverse altre lesioni alle gambe. Proprio le fratture alle costole avevano provocato un pneumotorace con conseguente insufficienza respiratoria acuta da cui era derivato il decesso della donna.
L’uomo aveva chiamato i soccorsi soltanto diverse ore dopo, quando la moglie era ormai deceduta. L’ora della morte, infatti è stata collocata dal medico legale tra le 12 e le 16 del 29 gennaio mentre la telefonata al 118 è stata effettuata da Frasillo alle ore 20.
Nel corso dell’udienza sia l’accusa sia la difesa e le parti civili si sono pronunciate sulle prove che intendono presentare e il difensore di Frasillo, l’avvocato Antonino Carmicio del Foro di Marsala, ha chiesto alla Corte l’acquisizione della cartella clinica dell’imputato riguardante il suo ricovero nel reparto psichiatrico del “Pagliarelli”, avvenuto dopo il suo arresto. Contestualmente il legale ha chiesto che la Corte disponga una perizia psichiatrica sull’imputato in quanto, a suo parere, sussisterebbero “seri dubbi” sulla capacità di intendere e volere di Frasillo al momento del fatto. L’uomo, con un passato di tossicodipenza e utilizzatore di psicofarmaci, secondo l’avvocato non avrebbe la capacità di partecipare coscientemente al processo.
Sul punto la pm ha affermato che – a giudizio della Procura – non ci sono elementi per giustificare la perizia e, quindi, nessun sospetto di incapacità di intendere e di volere. La presidente Troja, nel sottolineare che non è sufficiente la tossicodipendenza e l’uso degli psicofarmaci per ipotizzare una incapacità, si è riservata di decidere sulla eventuale perizia quando giungerà dal carcere palermitano la cartella clinica di Frasillo.
All’udienza erano presenti anche gli avvocati delle parti civili ammesse dal gup: il figlio della coppia, Matteo Frasillo, i tre fratelli e la sorella di Rosalia Garofalo, le associazioni “Casa di Venere” di Marsala, “Demetra” e “Mimosa” Onlus di Mazara del Vallo, Co.tu.le vi. di Trapani e “Insieme a Marianna” di Roma.
A conclusione dell’udienza, la sostituta procuratrice Filingeri ha indicato tre testimoni che saranno ascoltati nella prossima udienza, fissata per il 15 marzo.