“Cari signori, vi chiedo pubblicamente di non infastidirmi ulteriormente con richieste di acquisto delle quote sociali dell’azienda di cui faccio parte attraverso pseudo mandanti o manifeste proposte volte solo ed esclusivamente a farmi “scappare” da questa città per espiare la colpa di avere compiuto il mio dovere nel denunciare il malaffare.
Vi comunico una volta e per tutte che mai cederò a certi biechi ricatti morali e se eserciterete l’opzione di vigliacca distruzione di ciò che abbiamo costruito in tanti anni di duro lavoro, sappiate che io sarò l’ultima ad abbandonare la nave e pronta alla guerra in difesa di valori che mi contraddistinguono.
Io oggi non ho più paura. Io non ho prezzo”.
Così scrive l’imprenditrice Elena Ferraro di Castelvetrano, socia del Centro clinico “Hermes” in un suo post su Facebook. Un chiarissimo riferimento, il suo, a chi sembra voler tornare alla carica nei suoi confronti. Ferraro, nel 2011, denunciò per estorsione Mario Messina Denaro, cugino del boss mafioso latitante Matteo.
L’uomo che fu poi arrestato nell’ambito dell’operazione “Eden” e condannato e subì il sequestro dei suoi beni per circa 8 milioni di euro di beni adesso è tornato in libertà. Nei loro incontri le aveva proposto un affare al quale non avrebbe potuto dire di no: la struttura sanitaria, attraverso fatture e parcelle gonfiate, sarebbe diventata fonte di finanziamento per le famiglie dei carcerati mafiosi. L’imprenditrice, però, non solo non accettò ma denunciò il fatto alla Polizia, subendo anche il danneggiamento di un macchinario della clinica.
Elena Ferraro è stata, per un periodo, componente del Consiglio di amministrazione di Airgest, la società che gestisce l’aeroporto “Vincenzo Florio” di Trapani.