La gip del tribunale di Palermo Annalisa Tesoriere ha condannato a 4 anni e 6 mesi, con il patteggiamento, il 41enne Ivan Turola mentre ha negato l’applicazione del patteggiamento al 44enne Salvatore Manganaro e al 50enne Roberto Satta. Si tratta di tre imprenditori coinvolti nell’inchiesta “Sorella Sanità del maggio 2020 che portò all’arresto, tra gli altri – per un presunto giro di tangenti da 600 milioni di euro – fra gli altri, dell’allora direttore generale dell’Asp di Trapani, Fabio Damiani.
Manganaro – che in questi mesi ha collaborato con gli inquirenti facendo ammissioni che riguardano anche i suoi rapporti con Damiani magistrati – Satta e Turola avrebbero voluto evitare l’abbreviato patteggiando, ma il giudice ha detto accolto l’istanza solo quest’ultimo, rappresentante della Ferco srl. La condanna di Turola comporta anche il pagamento di 20 mila euro alla Regione e all’Asp 6 di Palermo.
Manganaro, originario di Canicattì (Agrigento), è considerato un faccendiere molto vicino a Fabio Damiani sul quale ha riferito ai magistrati numerose circostanze: aveva chiesto una condanna a 4 anni e 2 mesi (concordata con i pm) ma secondo la gip Tesoriere non è una misura “congrua” rispetto alla gravità delle condotte contestate. Stessa valutazione per Satta, originario di Cagliari, che agiva per conto di “Tecnologie Sanitarie ” e che aveva proposto 5 anni: la massima condanna prevista per il patteggiamento.