Si è concluso oggi con l’assoluzione il processo bis nei confronti di Domenico Centonze, il 44enne allevatore marsalese la cui prima ed unica condanna a venti anni di carcere – per duplice omicidio – era stata annullata dalla Cassazione con rinvio ad altra sezione della Corte d’Appello di Palermo per la celebrazione di un nuovo processo.
Oggi i giudici palermitani hanno pronunciato la sentenza di assoluzione.
Centonze, imputato assieme al cugino Pietro (anche questo già assolto) era stato accusato del duplice omicidio di due uomini di origine tunisina, il 31enne Rafik El Mabrouk e il 34enne Alì Essid, uccisi con due colpi di fucile, la notte del 3 giugno 2015, in contrada Samperi.
Per Domenico Centonze, già tornato in libertà su istanza degli avvocati Luigi Pipitone, Luca Cianferoni e Salvino Mondello, si chiude così con esito favorevole una vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto per anni.
I Centonze erano stati arrestati dai Carabinieri nel luglio 2015 quando gli inquirenti, in Procura, spiegarono come erano arrivati all’individuazione dei presunti assassini. Due gli indizi che segnarono la svolta nelle indagini: il ritrovamento nelle tasche dei pantaloni di uno degli uccisi dei biglietti d’ingresso di un night club di Mazara del Vallo, il “Las Vegas”, e una chiamata, verso l’una e mezza di notte, sul telefonino di El Mabrouk fatta da una ballerina che era con i Centonze. Alla base dell’agguato, dunque, per l’accusa, ci sarebbe stata la gelosia.
La Corte d‘Assise d’Appello, oggi, ha stabilito che non fu Domenico Centonze a uccidere i due. Il cugino Pietro Centonze, invece, era già stato assolto in appello.
Soddisfatti i tre avvocati che, grazie alle numerose attività di indagine difensiva, hanno fondato la loro tesi difensiva e messo in luce la debolezza delle accuse.